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                        Fissazioni: che fare?

 

Mi chiamo XXXXXXXXX e ho 35 anni. Il mondo mi è crollato addosso nella notte tra il 30 e il 31 maggio scorso. Dopo un periodo di lavoro piuttosto stressante, il 29 maggio sono partito con mia moglie per una vacanza a XXXXXXXX (noi siamo della provincia di XXXXXX). Nelle nostre aspettative doveva essere una settimana di tutto riposo: mare, sole, passeggiate,  visite ai borghi medievali e così via. Invece, non so cosa è successo, qualcosa di tremendo è accaduto. Già da qualche giorno avevo dei pensieri strani, di disagio: in pratica mi facevo del male, mi procuravo dolore (non a livelli insopportabili), tormentandomi le dita delle mani o dei piedi. Quando sentivo dolore, però, mi fermavo. Ero abbastanza preoccupato da questo mio atteggiamento ma l'ansia era comunque a livelli molto bassi. La sera del secondo giorno di vacanza, mi coglie la paura (mai avuta) di non riuscire ad addormentarmi. Vado a letto ma non riesco a prendere sonno per niente. E nella mia mente si fissa, alimentata dall'ansia sempre più crescente, un pensiero: che quel modo di "procurarmi dolore" sia una vera e propria malattia, una ossessione inguaribile, che mi farà stare male per tutta la vita. "Sto diventando pazzo", pensavo. L'angoscia è totale: alle 6.20 del mattino mia moglie si sveglia, mi vede stravolto, mi chiede cosa c'è... e io crollo in un pianto di angoscia. La situazione era terribile, mi sembrava di affondare nelle sabbie mobili. L'unica cosa che riuscivo a fare era guardare mia moglie, piangere e chiederle aiuto. Avevo paura di non addormentarmi più e che il mio cervello fosse stato preda, per sempre, di quella fissazione. Torniamo a casa in anticipo e contatto una psichiatra-psicoterapeuta.

Oggi sono all'ottava seduta. Da quella malefica notte, continuano a susseguirsi nella mia mente le fissazioni più diverse: alla paura di non dormire più (tanto assurda quanto superata, ma mi sveglio sempre alle 4.30 di notte), si è sostituita la paura di fissarmi sulle scritte che vedo per strada, la paura di fissarmi sulle parole che sento, la paura di sentire un brusio in testa (che so bene di non sentire); se poi leggo qualche caso clinico, devo stare attento, perché ho paura di fare mio un certo comportamento.

Ora, da 3 giorni, la nuova paura è di farmi male, battendomi i testicoli con un dito. Non lo faccio mai, ma il mio terrore è che questa idea, questa fissazione prenda il sopravvento. Sono perfettamente cosciente dell'assurdità di queste idee ma soffro come un cane. Potrò dimenticare? Potrò ritornare come prima? Che vita mi aspetta? La psichiatra che mi segue ha detto che sono affetto da un disturbo d'ansia, che ho avuto una vera e propria tempesta emotiva improvvisa. Mi ha prescritto XXXXXX(antidepressivo) e 10 gocce di XXXXXXX  3 volte al dì (io che non ho mai preso nemmeno il bicarbonato). Lei dice che potrò guarire, che occorre attendere che il farmaco faccia effetto e per questo ci vuole almeno un mese (lo prendo da circa 12 giorni). Abbiamo cominciato anche la psicoterapia: io scrivo una sorta di diario e glielo porto, scrivo anche i sogni che faccio. Ma certe volte sono terrorizzato, ho paura che queste fissazioni non mi lascino più e crollo a piangere, con mia moglie che fa di tutto per consolarmi. Cosa devo fare? Ho fatto bene a rivolgermi a una psichiatra - psicoterapeuta? I farmaci sono così risolutivi? E soprattutto, potrò migliorare, guarire, tornare come prima? L'ipnosi può aiutarmi.

 


 

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