Forse scrivere è un primo passo...
Ho 26 anni, sono laureata da tre, sono
felicemente fidanzata da sei anni, ho una famiglia adorabile, amo mio
padre e mia madre, sono BULIMICA...forse. Non ne sono sicura. A volte
penso di essere perfettamente normale, altre volte mi prende lo sconforto
e mi rendo conto di avere un problema. E' la prima volta che racconto a
qualcuno la mia storia. Ho visitato il vostro sito internet e sono stata
tentata di inviare una e-mail , ma la paura è stata troppo forte. Paura
di cosa? Domanderete voi. Di essere scoperta, rispondo io, di far
conoscere ad altri il mio terribile segreto. La mi storia è iniziata nel
1994. Ero a dieta: avevo perso 10 chili ed ero arrivata a pesarne 65, per
un'altezza di circa 1 metro e 67, ma continuavo a vedermi grassa. La dieta
era faticosa, io avrei voluto essere più magra, ma l'ago della bilancia,
nonostante le mie fatiche, non si muoveva. Nel mese di luglio una mia
carissima amica venne in vacanza a casa mia per 15 giorni e mi confessò,
tra le lacrime, il suo problema: mangiava e vomitava. Fu allora che decisi
di provare quello strano metodo. La prima volta, mangiai e scesi in
cantina, in un bagno di servizio. Morale della favola: nel giro di un mese
pesavo 55 chili! Un sogno! Avevo risolto il problema, non mi rendevo conto
che ero solo all'inizio di un incubo. Riuscivo a mantenere il mio peso
attorno ai 52-53 chili (potevo mangiare e vomitare più di quattro volte
tra le 12,30 e le 13,30). Mi pesavo tutte le sere. Avevo forti crisi di
pianto ogni volta che l'ago della bilancia saliva sopra i 55 chili. Non
volevo essere di nuovo grassa! Nel 1997 mia madre mi sorprese durante una
operazione di rimozione del cibo. Mentii. Soffrii moltissimo. Temevo di
averla delusa, di averle procurato un forte dolore, ma non volevo perdere
il dominio sul mio corpo. Dovevo trovare una soluzione. Per il pranzo non
c'erano problemi: bastava dire che mi fermavo all'università per saltare
il pasto. I problemi sorsero con la cena. Fu così che capii che non era
necessario vomitare in casa: prima di uscire prendevo con me un sacchetto
di plastica e vomitavo nel sacchetto non appena lontana, con la macchina,
dagli occhi dei miei. Non solo. Scoprii quanto fosse facile fingere un
improvviso bisogno di WC quando uscivo con gli amici (a casa cenavo
intorno alle 20, mi vedevo con gli amici alle 21. Giusto in tempo per
estirpare il cibo di troppo!). Ancora peggio scoprii quanto fosse facile e
sicuro vomitare nella doccia di casa, subito dopo la cena. Insomma, con
una scusa o con l'altra riuscivo sempre a cavarmela. Nel dicembre 1997 mia
nonna mancò. Il dolore era grande e con lei se ne andò gran parte della
mia voglia di vivere. Saltare il pranzo era un'abitudine consolidata, la
cena...vi era rimedio. Tra il 2000 ed il 2001 le cose sembravano
migliorare. Il mio peso era aumentato (60 chili) e nessuno faceva più
domande, anzi tutti dicevano "come stai bene così!". Nel luglio
2001 una nuova crisi. Non ne potevo più. Non riuscivo a stare bene con me
stessa. Non riuscivo a trattenermi dal mangiare. Così ripresi a vomitare.
Attualmente peso 57 chili e sono combattuta. Non so se ho bisogno di aiuto
o se posso continuare così ancora e per il resto della mia vita. L'unica
cosa di cui sono certa è che vorrei pesare 52 chili e ce la farò. Nel
modo sbagliato forse. Vorrei che mi scriveste, ma non voglio darvi il mio
indirizzo per paura di chissà che cosa. Non credo che la mia storia
servirà a qualcuno, ma se la pubblicaste avrei l'impressione che qualcuno
mi ascoltasse e che di qualcuno mi possa fidare. Sì, forse se la
pubblicaste, troverei il coraggio di mandarvi una e-mail. Forse la cosa più
importante è che abbia trovato il coraggio di scrivere. Forse è un primo
passo. Un forte abbraccio.
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