Ho perso tempo e felicità
La prima crisi da d.a.p. l'ho avuta a 20
anni. Dopo un'estate d'inferno, ho ripreso una vita diciamo normale, ma
mai più come prima, nel senso che, pur non avendo avuto attacchi di
panico per otto anni, ho sempre vissuto nella paura che potessero
ripetersi. Quindi, per esempio, ho evitato di allontanarmi più di tanto
da casa (es. viaggi all'estero, aerei e così via). A 28 anni (ora ne ho
33) è arrivata la seconda crisi, dopo una banale influenza curata con
antibiotici: sono stata malissimo per cinque mesi, durante i quali
riuscivo a fatica ad alzarmi dal letto. Successivamente sono stata
bene....sono riuscita persino a viaggiare da sola( grande impresa!). A 32
anni la terza crisi e spero che sia l'ultima. E' durata tre mesi, durante
i quali non riuscivo a camminare per l'ansia di svenire. Attualmente sono
in uno stato di profonda prostrazione perché mi rendo conto di aver perso
anni della mia giovinezza, senza averne avuto la possibilità di goderne
appieno. Le mie coetanee hanno girato il mondo ed io sono come un
invalida, pur essendo molto sportiva e dinamica, ho perso tempo e felicità,
registrando ritardi con l'università e nel mondo del lavoro.In famiglia
ho mio padre che soffre di ansia da sempre, che io mi ricordi...anche lui
agli "arresti domiciliari" per tanto tempo: da pochi anni prende
alcuni farmaci e sembra che stia meglio. Lo sto incominciando ad odiare
perché lo ritengo responsabile di questi miei handicap.
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