Sedici anni fa, una mattina verso le 05,30, stavo andando in macchina a
lavorare, all'improvviso mi sono sentita assente e non riuscivo a capire
dove ero. Un forte terrore mi aveva colpito, riuscivo a ritornare a
casa, ma ero disperata. Da allora e' cominciato il mio calvario, perché,
per andare al lavoro dovevo sempre avere qualcuno che mi accompagnasse.
Sono passati mesi e poi anni, in cui purtroppo non riuscivo a stare da
sola. Allora decisi di accettare l' aiuto di mia cognata che era
disponibile a tenermi compagnia. Poi 12 anni fa, ho incontrato un
ragazzo. La nostra storia e' stata un colpo di fulmine, perché dopo un
mese abitavamo già insieme ( con me abita anche mia madre che e' vedova
e che non ce la farebbe a vivere con le 700.000 lire al mese di
pensione, anche perché deve usarne una buona parte per le medicine ).
Successivamente mio marito mi ha aperto gli occhi, facendomi notare che
i piaceri che mi faceva mia cognata erano causati dal fatto che io,
giorno dopo giorno, le davo un piccolo compenso in soldi. Quando le ho
chiesto se aveva bisogno anche lei di me, mi ha risposto che sono solo
un' handicappata e che non servivo di certo a lei che sapeva fare tutto.
E' stato brutto aprire gli occhi, però sono riuscita a tirare fuori
tutta la rabbia che c'era in me e soprattutto ho cominciato a farmi
rispettare. Da quel momento ho cominciato a sentirmi forte, a non
preoccuparmi per gli altri, e a pensare soprattutto a me stessa.