Tutto
quello che ho seminato
Ho
49 anni, e circa 5 anni fa ho avuto un ricovero ospedaliero per disturbi
alla vista, la diagnosi è stata, neuropatia tossica alcolica, (attualmente
1/10 e 2/50 ) mi viene detto che non c'è niente da fare, le cellule del
nervo ottico muoiono e non si rigenerano. Non volevo accettare questa
diagnosi, perché non ero un assiduo bevitore, ma forse lo sono diventato
in questa fase, la paura di diventare cieco mi assillava.
Circa 2 anni fa mi sono ricoverato per togliere l’ alcool dalla mia
vita, nel tentativo che le cose si rimettessero a posto. Tutto bene, non
assumo più alcool, sono riuscito anche ad accettare la mia
ipovisione con tutte le conseguenze.Ma i miei problemi non erano finiti.
Comincio a sentire disturbi agli arti inferiori, formicolio ai piedi,
scosse, e le gambe senza controllo, stessi sintomi, ma meno
accentuati anche agli arti superiori. Sono stato sottoposto a
risonanza, tutto a posto, nell’ elettromiografia, c'è qualcosa che non
va, ma nella norma.
Ho fatto anche altri accertamenti ematici approfonditi, tutto negativo.
Mi dicono di aspettare ci vuole tempo, ma io continuo a peggiorare...
riesco con fatica a salire le scale e le gambe non le sento quasi più.
Ho pensato anche agli effetti collaterali dell’ Antabuse, un
inibitore dell' alcool, ma detto dai medici, i danni del farmaco sono
sempre meno di quelli che provoca l’ alcool.
Il tempo passa e stanco di sentirmi dire sempre le stesse cose, che ci
vuole tempo e devo avere pazienza, è aumentata così in me la voglia di
una diagnosi precisa, decido di rivolgermi agli specialisti neurologici.
Sottoposto a elettromiografia mi è stato detto che c’era la
possibilità di guarire, tolto il tossico la guarigione era di 2 mm. al
giorno e dovevo moltiplicare per la lunghezza degli arti per stabilire in
quanto tempo sarei guarito.
Questa diagnosi mi ha ridato la voglia di vivere.
In questa attesa mi sono rivolto anche ad un altro specialista
omeopata, la cura a cui mi sottopongo è impegnativa e costosa, ma per il
momento non ho alternative, mi provo e credo in quello che sto facendo, i
risultati sono positivi solo dal fatto che sono molto impegnato con i
dosaggi dei farmaci e intanto non penso ad altro, detto anche dallo
specialista ci vuole tempo e costanza.
Passano i mesi e la situazione peggiora, mi visita un altro specialista,
che mi dice che non era vera la diagnosi di 2 mm. al giorno, perché
se è la testa del nervo ad essere danneggiata non si può fare nulla. e
devo imparare a convivere con la malattia.
Dopo questa risposta nonostante tutto ero sereno , finalmente sapevo.
Ma con il passare dei giorni ho ripensato alle parole del medico deducendo
che stavo meglio quando non sapevo, l’ illusione di guarire porta con se
anche la voglia di vivere. Invece ora ho la certezza di un
futuro da non autosufficiente, di aver bisogno per il resto dei miei
giorni di domandare sempre per favore e dover chiedere aiuto.
In tutto questo periodo non mi sono mai stati dati ne farmaci ne terapie.
Per fortuna mi ha aiutato molto il lavoro e l’ ambiente lavorativo, i
colleghi, questi rozzi uomini con il cuore d’oro, un lavoro che ho avuto
la fortuna di poter scegliere, un peccato che in questi ultimi anni non
nelle mie piene facoltà, ma penso di essere riuscito ugualmente di
portarlo avanti dignitosamente, mi dispiace moltissimo di dover lasciare
il lavoro che ho amato per tutti questi lunghi anni, sarà un triste addio
perché sarò io ad abbandonarlo.Tutto questo ha portato in me una
situazione psicologica che mi sta preoccupando, da quando sono
iniziati i miei problemi, ho perso tutto. Io, nella mia vita passata
ero molto impegnato, nel sociale, e nel lavoro, un organizzatore di tutto,
presidente del circolo aziendale e di un gruppo ricreativo sportivo,
facevo anche parte del consiglio direttivo di molte società.
La perdita delle facoltà visive e motorie, mi hanno fatto
perdere anche tutto questo.
Sto dando la colpa a tutti, alla società perché non mi ha
aiutato quando avevo bisogno, bastava poco, ora sono al punto che
rifiuto tutto e tutti non voglio più vedere quelle persone che si
spacciavano per amici e che da 3,4,5, anni non si sono fatte mai
vedere, per questo esco poco, evito per non dover dare risposte a
chi ha ancora il coraggio dopo tutto questo tempo di chiedermi come sto.
Mi manca moltissimo l’ amicizia, una cosa in cui credevo, necessaria
come la salute, sono due cose che solo quando le perdi ti accorgi quanto
sono importanti.
Però a questo punto se anche i vecchi amici si facessero vedere,
non si tratterebbe più di amicizia, ma di compassione e pietà.
Avevo un bisogno immenso di solidarietà, di parlare con qualcuno, fuori
dei miei famigliari per poterli lasciare un po’ fuori dai miei
problemi, ma nessuno ha capito o non ha voluto capire.
Cercavo una mano che mi aiutasse a risalire sul treno, ma non ne ho viste,
e nemmeno sentite, mi è stato risposto che questa è la società, e
così viaggio con l’ amore della mia famiglia, su un
binario che non so dove ci porterà.
Vorrei scappare da tutto, per non ricordare quello che i miei occhi
vedevano, i posti in cui andavo e le persone che frequentavo..
Il mio sogno era quello di dare più che potevo a questa società
Certamente sarebbe venuto il giorno in qui sarei stato premiato, ero
ambizioso, volevo lasciare un segno, volevo fare le cose in grande,
volevo essere ricordato per quello che ero, e se la malattia non mi avesse
colpito sarei certamente riuscito a realizzare.
Ma è possibile che la gente non pensi che quello che è toccato a
me può succedere anche ad ognuno di loro.
Ho letto che un giorno a un illuminare della medicina venne chiesto
quale fosse la più grave malattia del secolo, tutti si aspettavano che
dicesse il cancro o l’ infarto, ma tutti si stupirono quando
rispose
“ l’ indifferenza “ .....tutti si guardarono negli occhi e ognuno si
accorse di essere ammalato, infine gli domandarono quale fosse la cura e
la sua risposta fu “accorgersene”.
Condivido questo. e allora non accetto la malattia, non accetto
questa società che mi ha tradito, che mi ha annullato, che non ha
permesso che nemmeno germogliasse tutto quello che ho seminato...
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