CORSO DI ADDESTRAMENTO ALLA COMUNICAZIONE ASSERTIVA (8 crediti ECM)
***Abiti nel Lazio? Clicca qui***
Lo amo moltissimo Purtroppo
non ho assolutamente il dono di essere stringata. Comincio subito con la
mia storia... Ho avuto una relazione di tre anni con un ragazzo, di cui
due di convivenza. Era una storia molto bella, tanto che eravamo la coppia
più invidiata nella cerchia di amicizie, ci dicevano che ancora dopo più
di due anni ci guardavamo come due fidanzatini. Lui e' sempre stato
prodigo di attenzioni e pensierini, molto più di me. Anzi spesso mi
chiedeva più attenzioni, telefonate. La nostra storia, a partire da
maggio dello scorso anno ha avuto un po' di crisi. In particolare da
quando io ho cominciato un nuovo lavoro. Un ambiente frizzante con
colleghi giovani, a volte si sono organizzati aperitivi e le cene
aziendali erano un must. Non una cosa eccessiva, ma comunque di almeno una
due volte al mese. Lui non aveva mai dato segni eccessivi di gelosia, ma
piano piano sono diventati più frequenti i litigi, spesso in occasione di
queste uscite, o in relazione al mio lavoro o ai miei colleghi. Lui
comunque non mi ha mai detto che gli dispiaceva che uscissi o altro. In
particolare lui odiava un mio collega che mi stava molto vicino. In
particolare durante un periodo in cui aspettavo esiti di esami abbastanza
pesanti. Non so se per carattere, ma il mio ragazzo non era
particolarmente attento e cercava di spronarmi a non pensare, minimizzava,
ma io avevo paura e questo ragazzo mi e' stato molto vicino. Durante le
vacanze di natale, ci siamo scritti per e-mail. E il collega mi ha scritto
due mail in cui ci provava in maniera spudorata. Io non so se mi ha
lanciato altri segnali, ero troppo presa dal mio problema di salute per
valutare la sua gentilezza in maniera lucida. Io comunque non rispondo,
così penso di fargli capire che la cosa non mi interessa. Non ne ho
parlato con il mio ragazzo perché pensavo che si arrabbiasse, molte volte
mi ha chiesto cosa lui volesse da me. La sfortuna vuole che una sera lui
riesca a entrare nella mia casella di posta indovinando la password. In
successione mi lascia due volte rimanendo in casa. Questi periodi passano,
ma le litigate diventano più frequenti e ogni volta che si discute esce
il problema delle lettere. Fino ad arrivare al punto in cui in una
litigata mi tratta così male che io vado da mia madre per alcuni giorni.
Torno a casa decisa a sistemare le cose. Così sembra, ma ecco che lui mi
dice dopo alcuni giorni che e' meglio che ci lasciamo , che lui non si
fida più di me, che io gli ho fatto fare la figura dello stupido, che mi
sono impegnata in questa cosa con il collega, che mi piace che gli uomini
mi si struscino addosso e altre cose di questo genere. Ci impiega un mese
per andare via. Io ero sempre più distrutta. Ogni giorno erano pianti e
cercavo di convincerlo della mia innocenza o comunque del fatto che non ho
capito la situazione, che non gliene ho parlato per non farlo arrabbiare.
Avevo cancellato le lettere per non far si che lui le spedisse alla moglie
del collega e anche questo ha avuto il suo peso. Naturalmente il collega
spaventato non ha neanche parlato con il mio ragazzo. Uscito di casa e'
cominciato un altro calvario. Mi telefonava spesso, anche di notte, mi
sgridava perché non lo chiamavo, perché non mi facevo vedere, mi diceva
che dovevo dimostrargli delle cose. E io gli ho dato tutto questo. Però
lui su consiglio della madre, ha diviso mobili e conto corrente. Ci siamo
visti abbastanza regolarmente e fra di noi era tutto come prima.
Addirittura siamo riusciti a parlare della cosa, lui mi ha detto che si
sentiva vuoto, che gli mancava qualcosa e che forse era esagerato. Che si
sentiva ancora deluso e ferito. Che non poteva chiedermi di aspettarlo e
di farmi la mia vita (piangendo). Poi sembrava andasse meglio. Ma
improvvisamente una sera dico che sono uscita con vecchie amicizie. Lui si
arrabbia e entra in una fase orribile in cui al telefono non fa altro che
urlarmi dietro, accusarmi di non averlo amato, di aver distrutto la nostra
relazione e averla buttata nel cesso, di essermi divertita alle sue spalle
e altre accuse di questo tipo. Il suo atteggiamento non ha fatto altro che
peggiorare in aggressività fino ad arrivare a dirmi parolacce e
attaccarmi il telefono in faccia. Ogni telefonata cominciava bene e finiva
in urla da parte sua, alle quali io rispondevo con pianti e preghiere. Le
volte che ci siamo visti lui era freddo e diceva di non volermi baciare o
altro perché altrimenti mi confondevo (gli avevo detto che i suoi
atteggiamenti mi confondevano e fare l'amore mi faceva male). Tuttavia mi
ha sempre cercato e si e' inventato scuse per vedermi. Se non lo chiamavo
mi chiamava comunque lui. Mi accusava di fare una bella vita (non esco
quasi mai ) e di nascondergli ancora le cose. Questo fino al massimo. In
cui finalmente dopo due mesi, viene a prendere a casa le sue cose in un
momento in cui io non ci sono. Fruga dovunque e conta i preservativi,
giudicando che ne manca uno. Mi telefona e mi accusa di scopare in giro
con gli altri. Io non sto frequentando nessuno. Soffro troppo per pensare
a qualcun altro. Mi scrive poi un messaggio in cui mi chiede scusa, ma il
brutto e' che mia madre sentendo, telefona alla sua e si parlano. Mia
madre chiede alla sua di non cercarmi più e la sua altrettanto. A casa
lui e' nevrotico, urla con tutti e sbatte le cosa per un nonnulla. Fuori
di casa e' normale. Con me e' contraddittorio, nel senso che e' arrivato a
dirmi che non gli va di dimostrarmi quanto mi ama, oppure chiedermi come
mai sono fredda, se sono arrabbiata dopo avermi attaccato il telefono in
faccia. Comunque sua madre mi consiglia di non sentirlo e vederlo più
perché non e' in se, che vuole farlo vedere. Da allora non ci siamo più
sentiti (1 settimana). A me manca molto e soffro perché non ho fatto
nulla. Vorrei recuperare la storia, ma non riesco a farmi credere e per di
più lui sembra avere voglia di trovare in me qualcosa di sbagliato per
forza. Si comporta come se mi avesse trovato a letto con qualcuno
(comunque dice che non gli interessa se io lo ho tradito o meno, il
livello di confidenza raggiunto e avergli nascosto le cose sono
sufficienti per fargli capire che non vuole passare la sua vita con una
persona come me che ha un'idea di relazione differente dalla sua, non
pulita), come se lo avessi mollato io e dopo due mesi che cerco di
recuperare e lo prego in tutti i modi e lui dice di farmi la mia vita,
cerca le prove di un altro inventandosele. Mi accusa di non pensare al suo
dolore, ma solo al mio. Dice che lui sta male come me ma che ci passerà...non
lo so. Alla base nella sua famiglia c'e' un divorzio. Il padre li
abbandona e ha altre donne. Le frequenta con la scusa di impegni di
lavoro. Il padre (4anni fa) li abbandona e torna a vivere dai genitori. Ha
un'altra donna e non si interessa più dei figli. Lui ci soffre molto.
Odia suo padre e non lo vuole neanche più vedere nei rari casi in cui lui
ha provato a chiamarlo. Se ci e' uscito e' solo per litigare. Sua madre e'
rimasta ferita da questo e ha una visione della relazione di coppia
distorta. Spesso con me ha paragonato le sue delusioni con la nostra
storia, soprattutto la non fiducia e il tradimento. Non so quanto questo
abbia influito. Penso che a volte lui odi anche me. Sua madre continua a
dirmi che quando gli sarà passata tutta la rabbia allora le cose fra di
noi si sistemeranno (da gennaio ???), ma per fare questo le acque devono
essere calme, anche lei pensa che lui mi ami moltissimo, ma poi dice cose
orribili sul matrimonio o il rapporto di coppia. Io penso che più passa
il tempo e più la cosa diventa impossibile. Io sono a pezzi. Sono
dimagrita 7 chili in due mesi e piango tutti i giorni. Ho paura a stare in
quella casa da sola, adesso me ne devo andare perché mi hanno sbattuta
fuori e lui non si e' minimamente interessato dei miei problemi. Anche se
dice che lui non ci dorme la notte, non fa nulla di concreto. Non mi
rassegno alla sua perdita. Lo amo moltissimo.... | |||
www.attacchidipanico.it
www.psicoterapie.org
www.tossicodipendenze.net Copyright © CISP |