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 CORSO DI ADDESTRAMENTO ALLA COMUNICAZIONE ASSERTIVA (8 crediti ECM)

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Possono i sentimenti essere dimenticati?

Ho 36 anni e da circa due mesi sto vivendo una situazione per me paradossale.  Sposato con una coetanea e due figli, una ragazza di 15 anni ed un bambino di 5 anni, sto vivendo l’incredibile trauma della separazione. Credevo di aver la famiglia più bella del mondo e proprio per questo ho cercato di non far mancare loro nulla. Ma, improvvisamente, dopo uno stupido litigio, mia moglie entra in crisi e comincia a piangere. Dopo due giorni mi chiede di uscire di casa perché la soffoco ed ha bisogno di restare sola con i figli. Premetto che abbiamo sempre avuto una vita sessuale entusiasmante, ed entrambi eravamo sempre stati abbastanza gelosi l’uno dell’altra, ma per me tutto ciò era indice di passione e di sentimenti sempre vivi. Successivamente mi comunica che non vuole più saperne di me. Che ho sempre pensato al lavoro. Che ero egoista, perché, pur ritagliando degli spazi durante la settimana (uscivamo da soli senza figli il lunedì o il martedì e spesso eravamo fuori a cena nei fine settimana), la domenica passavo il mio tempo sul divano e non si faceva nulla insieme. Mi ha rimproverato altresì di essere troppo collerico e nervoso nei litigi, che erano molto rari. In effetti ho un carattere per il quale esplodo e dopo due minuti la cercavo e la coccolavo. Sembra che però a lei rimanevano segni, per i quali mi dichiarava di non dormire per più giorni. Problema che tra l’altro, si trascinava dal rapporto con il padre. Riconosco di aver molte colpe, ma non avevo mai messo in discussione né il mio amore per lei, né la famiglia e ora …E’ scivolata sempre più in questa scelta drastica, al punto da dirmi in faccia.... dopo un mese, che non mi ama. Questa dichiarazione mi ha travolto e ucciso. E’ possibile che una persona possa smettere di amare di punto in bianco? Solo poche settimane prima, in un impeto sentimentale, mi aveva fatto trovare una lettera nella quale mi chiedeva di farle sentire il fiato sul collo, perché mi amava da impazzire. Ora non so più in cosa credere e non riesco nemmeno a farmene una ragione. Ha cominciato a far discorsi del tipo: "ho iniziato un percorso da due anni a questa parte in cui mi valorizzo di più" oppure "metà della famiglie che conosco sono peggio di noi e l’altra metà come noi. Io voglio una vita di qualità"!Non ci capisco più nulla. Mi sveglio di notte e il mio sonno è frammentario. Piango, mi demoralizzo, mi sento devastato. Invece, ogni volta che vado a prendere i figli per passare del tempo con loro, la vedo serena e felice. Come può, una decisione del genere, essere assunta con tanta serenità e distacco? Mi parla degli aspetti tecnici della separazione come fossero particolari normalissimi. Ed io mi sento morire dentro ogni volta. Non so come uscirne.....anche perché ne sono profondamente innamorato e non la riconosco più.Si comporta come un’adolescente. E’ sostenuta da un’amica, anch’essa sposata con due figli piccoli, la quale, avendo il marito fuori casa per 8 mesi l’anno per lavoro, le offre tutta l’ospitalità e la compagnia possibile, così da non sentire solitudine. Si scambiano mille SMS al giorno e si mandano squilli in ogni momento. Sembra quasi che non le voglia permettere di fermarsi a riflettere.....ma può, un sentimento, cementato da difficoltà e crescita in comune, smettere di essere di colpo? Possibile che io non le manchi, quando lei mi manca da morire? Lo so, sono quesiti che non servono, eppure sono domande ricorrenti nelle lunghe notti insonni e durante il giorno. Vivo in attesa di un suo segnale che non arriva. Ed ogni giorno disegna distanze sempre più lunghe. Il figlio più piccolo comincia a risentirne e lei dichiara che si devono abituare. Eppure, un bambino molto vivace ed abituato a vederci sempre insieme, non può uscirne senza lividi. Anche questo mi fa impazzire, perché il mio concetto di famiglia era inalienabile e indistruttibile. Inoltre, ha dichiarato a comuni amici che, nell’ultimo anno, le ho dato le cose più belle, ma anche le cose più brutte. E si riferiva a due litigi per i quali – a distanza di 3 mesi l’uno dall’altro – lei mi aveva dichiarato di averne sofferto molto. Ma il mio modo di chiederle scuse era cercarla e soddisfare ogni suo desiderio. Vorrei specificare che non mi sono mai permesso di metterle le mani addosso, però quando si litigava alzavo molto la voce e usavo parolacce, mai rivolte a lei però....Ora, per sostenere questa scelta abominevole, mi ha citato particolari e situazioni che risalivano addirittura a 15 anni fa e a 10 anni fa. Come vedesse solo ogni cosa brutta che il rapporto ha dato, dimenticando tutto quello di bello che abbiamo costruito e vissuto. Ognuno di noi ha subito dei presunti torti, ma mi sembra impossibile che siano rimasti in un angolo, in attesa di essere scaraventati come proiettili all’occasione propizia. Cosa sta succedendo? Perché non riesco a capire? Perché ogni giorno che passa mi distrugge? Come faccio a controllare quest’ansia che mi assale, questo dolore che mi lacera dentro e mi fa esplodere?Un perché mi servirebbe. Avere una ragione, cercar di razionalizzare servirebbe ad affrontare la situazione. Ma la mancanza di un perché, di una motivazione vera e forte non mi permette di uscire da questo incubo. Possono i sentimenti essere dimenticati? E che possibilità di riconciliazione ci possono essere dopo un evento del genere? Dormo fuori dal 15 marzo ed a distanza di quasi due mesi mi sento sprofondare sempre più nella melma. Da un lato vorrei tornasse tutto come prima, migliorando certo tutti quei difetti e quegli errori che ci hanno condotti a questa situazione (anche perché ci si sbaglia in due); ma dall’altro non riesco più a fidarmi di lei, la vedo talvolta con rancore, talvolta con un misto di terrore e ansia. 

 


 

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