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Fobia sociale (?)  

Ho 34anni e scrivo da xxxxxxxx. Quando parlo davanti a qualcuno, mi capita di sentire dentro di me, come un’altra figura che osserva attentamente l’andamento del mio discorso: se sbaglio qualcosa mi fa venire sensi di colpa, sfiducia e disprezzo per me stesso. Tra l'altro ho uno studio di grafica, insegno diversi software e al minimo errore davanti alla classe vado in ansia seppure mi rendo conto di essere piuttosto bravo nel campo e comunque di saperne molto più dei miei alunni.

·         Non so affrontare le critiche e le opinioni altrui senza irritarmi, per non parlare di quando vengo preso in giro. Succede raramente per fortuna, ma se vengo deriso crollo letteralmente e non riesco a controbattere, sto zitto e vado in "paranoia"anche se prima stavo benissimo. Mi piacerebbe stare allo scherzo  (anche perché di solito non sono di cattivo gusto) ma non ci riesco. E' come se mettessi in discussione l'intera mia esistenza e ci ripenso per diversi giorni.

·         Quando sono in un luogo con qualche persona, in certi periodi mi capita di sentirmi come se tutti mi guardassero, con due grosse conseguenze:

  1. Una forte tensione, che si scatena in panico se dovessi "spiccare" fra tutti per un qualche motivo (come soffiarmi il naso, iniziare a parlare con qualcuno e sapere che gli altri mi sentono, togliermi il giubbotto, camminare davanti ad un gruppo di persone o attendere il mio turno per farmi il caffè);

  2. La tensione crea un "meccanismo di controllo" particolare: io non guardo niente, ma vedo soltanto (nel senso che tutta la mia attenzione è rivolta alla paura che gli altri mi osservino e analizzino) senza tenere minimamente conto del resto. A volte mi aspetto persino che smettano di parlare tra loro per osservarmi meglio! Spesso invece godo della compagnia degli altri e mi piace uscire e divertirmi anche se, quando esagero a farmi notare e magari sono un po' duro con qualcuno, una volta tornato a casa me ne pento, ci sto male e mi dico che non dovrei averlo fatto.

  3. Sono molto permaloso nel senso che ogni battuta o critica la vivo come una pesante offesa al mio orgoglio personale, come se la mia personalità fosse costruita su basi poco solide e insicure e che al primo colpo di vento tutte le mie difese crollassero.

La cosa strana è che sono un bel ragazzo, ho una compagna carina, ho fatto un lavoro di responsabilità con buoni risultati e guadagni (per circa 12 anni) e che, quando quest' anno ho deciso di cambiar lavoro ed aprire uno studio di grafica (che non ha niente a che fare con il lavoro che facevo prima), ci sono riuscito con successo. I miei lavori nel campo sono apprezzati nonostante abbia cominciato da così poco. Ho viaggiato per il mondo parecchio e sono stimato per la mia facilità di apprendimento e stile di vita da molti miei amici e queste sono le cose che cerco di dirmi e razionalizzare quando mi sento così insicuro. Fondamentalmente è come se passassi dei periodi in cui mi sento un leone (periodi nei quali riesco a fare tutte queste belle cose) finché nessuno mi "scherza" o critica. Dopo la critica abbasso le orecchie e metto in discussione tutto me stesso. Se devo andare ad insegnare o se mi devo incontrare in compagnia e so che c'è qualche amico particolarmente giocoso, la mia ansia comincia e da quando fisso l’impegno dell’incontro il mio pensiero è rivolto alle immagini che mi creo (del possibile problema che avrò se sbaglio qualcosa nella lezione o del problema che quasi certamente avrò se vengo attaccato). Sono cosciente di essere insicuro e permaloso, continuo a dirmelo, ma né questo, né la stima che altri hanno di me, sono sufficienti a darmi la forza di affrontare serenamente la vita, senza essere preso dal panico in determinati momenti. Sarei pronto a rinunciare ai miei picchi euforici se potessi evitare i miei abissi di disperazione, ma forse il mio problema risiede proprio in questo eccessivo divario tra gioia e tristezza (volevo scrivere paranoia o ansia, che forse meglio descrivono il mio stato d'animo) . Ho pensato che il fatto di "mettermi alla prova" insegnando, in fondo mi avrebbe obbligato a confrontarmi spesso con questi miei problemi, ma gli alunni, che ora hanno preso più confidenza (sono uno che ne da parecchia) mi mettono in crisi con le loro battute (che mi rendo conto sono innocue, ma comunque mi fanno del male). Probabilmente dovrei essere "incriticabile"  (non nel senso di essere perfetto, ma nel senso che non mi si possa criticare) ma questo, a parte che è realmente impossibile, non mi starebbe bene. Beh....per il momento credo di aver inquadrato abbastanza il problema, seppure forse in modo un po' confuso. Vi faccio i migliori auguri per la vostra iniziativa e credo comunque, vi faccia piacere sapere, che è grazie al vostro sito che per la prima volta mi "confido" con un analista.

 


 

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